In questa grafica ho voluto rappresentare il giardino come un esperienza ecosistemica dove lo sguardo umano è equiparato a quello degli altri esseri che lo frequentano e che lo percepiscono in maniera differente. Le api e altri insetti, per esempio, non vedono il colore rosso, ma tutti i colori dello spettro ultravioletto, per noi invisibile. Così nella mia immaginazione la visione naturale si trasforma quasi in una visione psichedelica, i colori si accendono con dominanti sature, riecheggiando gli ibischi di Andy Warol. Come in una miniatura persiana il giardino è composto di singoli elementi, nella fattispecie piante raccolte una ad una e successivamente essicate. Questo archivio naturale è poi stato utilizzato per realizzare le stampe cyanografiche di ogni singola essenza che va a popolare la composizione finale.